Donne: ieri, oggi, domani

Penso che le donne siano protagoniste della loro vita, oltre a esserne ideatrici, sceneggiatrici e registe.
Ho selezionato alcuni scatti per esporli in una mostra: le donne ritratte sono eleganti, sorridenti, autoironiche, ma soprattutto spontanee, senza filtri.
Le mille sfaccettature di un diamante.

E dietro ogni sfaccettatura c’è una storia.

Venexia viva, viva Venexia

Venezia nel 2021 ha festeggiato 1.600 anni.
Nello stesso anno, purtroppo, ha perso altri 800 abitanti, scendendo così sotto i 51.000 residenti nel centro storico, pochissimi se paragonati agli oltre 171.000 del 1951.
I veneziani orgogliosamente rimasti si prodigano per mantenere viva questa meravigliosa città, unica al mondo.
Se cercate su Google “cosa fotografare a Venezia” tra i risultati appariranno sicuramente Piazza San Marco, le gondole, il ponte di Rialto, Burano e molti altri scorci da cartolina,
Questi scatti testimoniano la quotidianità di chi vive Venezia, trasformandola in qualcosa di straordinario, fuori dai clichè.

Fotografie di strada, tra calli e campielli.

I primi Umani Urbani

Ogni immagine racconta una storia.
Quando ho dovuto scegliere le fotografie per la prima esposizione ho guardato tantissime immagini ma alla fine ho scelto quelle che mi raccontavano una storia, facendomi provare sensazioni positive sia quando le ho scattate sia quando le ho viste stampate e appese nello spazio espositivo.
Il desiderio di condividere queste sensazioni ha fatto nascere i post di “Short Stories“, scritte per ogni immagine esposta.

Spero che ogni osservatore trovi la sua storia dietro ogni immagine.

RGB, la mia street a colori

RGB è l’acronimo di Red, Green, Blue (Rosso, Verde e Blu) e identificano i colori fondamentali per la cosiddetta “sintesi additiva”, il sistema attraverso il quale l’occhio umano percepisce i colori. Mescolare questi tre colori permette di ottenere tutti gli altri, fino a raggiungere il bianco. Così funzionano anche i dispositivi come monitor, video e macchine fotografiche con i “millemila” pixel che si colorano di rosso, verde o blu per “impressionare” i sensori e trasformare la luce in un’immagine.

E poi? Si converte tutto in bianco e nero perché la street photography vuole così… Oppure no?

La discussione sull’uso del colore o del bianco e nero nella street è iniziata con le prime pellicole a colori e va ancora avanti oggi malgrado l’avvento del digitale abbia di fatto superato il vincolo della scelta mutuamente esclusiva di uno dei due tipi di supporto fisico.

A prescindere dalla scelta cromatica, credo che la cosa più importante sia l’emozione che una fotografia deve trasmettere a chi la osserva; così ho deciso di cimentarmi con il colore e ho voluto intitolare il progetto proprio come i tre colori primari della sintesi additiva: Rosso, Verde, Blu, concentrandomi nella loro valorizzazione in un contesto di fotografia urbana.

Questa galleria è un’anteprima delle tre serie fotografiche che saranno pubblicate nei prossimi giorni nei portfolio e in giro per i social.

Buona visione.

Trieste, un anno dopo

Più o meno un anno fa ho portato due portfolio fotografici a Trieste in occasione dei Trieste Photo Days e ho ricevuto una lezione sul processo di post-produzione e stampa.

Un anno dopo le mie fotografie sono tornate a Trieste, purtroppo senza di me a causa del COVID-19, ma con la mia consapevolezza di averla imparata.

In questi dodici mesi sono successe tante cose: ho appreso che post-produzione e stampa sono l’altra metà della fotografia, e che la post-produzione può essere fatta utilizzando le stesse tecniche che si utilizzavano in camera oscura ma in versione digitale, conservando la genuinità la della fotografia ed esaltandone la bellezza. Ho anche imparato però che per ottenere tutto ciò è essere affiancati da un professionista di questi processi.

Io l’ho trovato, e i risultati di questa collaborazione sono tornati in Friuli, in occasione dei Trieste Photo Days: tre Umani Urbani sono esposti in altrettanti locali di Trieste: il bistrot Puro, il James Joyce Cafè e il ristorante Pa’pi; altri due sono esposti al museo del territorio di Cormòns e Palazzo Meizlik ad Aquileia.

E ci sono altre sorprese, che però vi svelerò prossimamente.

Stay tuned, alla prossima.

Un Camaleonte a Cormòns

Il Camaleonte ha trovato fortuna in Friuli e più precisamente a Cormòns, dove è stata esposta assieme alla foto vincitrice e poche altre tra le tante che fanno parte di Generazioni, un concorso al quale ho partecipato quest’estate che unisce la poesia alla fotografia .

Riporto quanto scritto sulla pagina del sito Trieste Photo Days: “Generazioni parla della Grande Età in maniera innovativa tramite la commistione fotografico-poetica. Gli anziani e la loro vita quotidiana nello spazio urbano e in casa: memoria storica della società, patrimoni da valorizzare, portatori di cultura, saggezza, tradizioni e valori. Un ponte tra diverse generazioni, una connessione per promuovere il dialogo e la comprensione tra anziani e giovani.”

Sono rimasto sorpreso quando ho ricevuto le mail che mi comunicavano prima l’inserimento della mia foto tra quelle che sarebbero state inserite nel libro e poi addirittura l’esposizione della stessa in occasione della premiazione che si sarebbe tenuta nella splendida cittadina del Collio.

E così sabato scorso, accompagnato da Sandra sono andato a vedere la premiazione. Vedere una mia foto appesa alla parete di una galleria assieme ad altre, tutte molto belle, mi ha dato una sensazione di grande soddisfazione, condivisa anche con il fratellone e morosa che ci hanno raggiunti giusto in tempo per andare a pranzo insieme.

Questo concorso foto-poetico è anche diventato un libro grazie all’aiuto di AsSostegno, un’associazione di volontariato che si occupa di persone che, per infermità fisica o psichica, anche parziale o temporanea, si trovano nell’impossibilità di provvedere da soli ai propri interessi.

Ho già acquistato una copia del libro, anche perché non capita tutti i giorni che una mia fotografia sia inserita in una pubblicazione. Se ne volete anche voi uno questo è il link per prenotarlo.

Rimanete sintonizzati, ci sono altre sorprese in arrivo.

Alla prossima

Sondaggio: and the winner is…

Si è concluso domenica scorsa il sondaggio estivo “Vota i tuoi Umani Urbani preferiti“, che chiedeva di scegliere lo scatto più emozionante tra quelli esposti al centro commerciale “Le Barche” a inizio anno.

Il risultato ha confermato quanto avevo raccolto incontrando i visitatori durante il periodo in cui sono stato nella zona espositiva al centro commerciale; ci sono state però anche delle sorprese rispetto agli exit poll del centro, che sinceramente non mi aspettavo.

Ecco comunque la Top Ten. Anche senza Top, gli scatti erano giusto 10…

Come preannunciato al lancio del sondaggio, tutti quelli che hanno dato la loro preferenza a Il Cercatore, la foto che ha ottenuto più voti, riceveranno una sorpresa. Suggerisco perciò di controllare la casella di posta nei prossimi giorni.

Per gli altri… niente, per questa volta.

Grazie a tutti per la partecipazione e alla prossima.

Un anno di Umani Urbani

Oggi mi sono sentito come il comandante Han Solo dopo la criogenizzazione di Boba Fett nel film L’impero colpisce ancora. E così, al risveglio dopo circa tre mesi di letargo fotografico causa Covid-19, ho scoperto che Umani Urbani compie un anno: come passa il tempo!  

Mi sembra solo ieri quando ho registrato il dominio su Aruba per avviare questo progetto, che si è ritrovato “tra color che sono sospesi” proprio dopo aver mosso i primi passi fuori dal nido.

Tutto ha avuto inizio da Umami, il ristobar sotto la sede aziendale dove il Girl Power mi coccola a pranzo con la sua cucina ricercata e fatta di materie prime di qualità e dove mi hanno debuttato gli Umani Urbani sulla mega-lavagna.

Poi è stata la volta di Aldo e Moreno, che mi hanno dato fiducia assegnandomi una parete della sala a pianterreno del Barone Rosso, un locale dove si mangia benissimo e le arti figurative si intrecciano così tanto con la musica da offrirmi l’opportunità di fare da sfondo alla performance di un trio musicale e di presentare le mie “opere” prima dell’inizio del concerto.

Poi l’esposizione al Centro le Barche, dove ho ricevuto i complimenti dei visitatori e lo sprone di alcuni fotografi professionisti a perseverare; ho addirittura venduto una fotografia!

Poi è arrivato il 22 febbraio. Un giorno particolare perchè “Gibo” Gilberto aveva aperto le porte del suo Cabaret, un locale dove il caffè è un’esperienza di gusto, il tè un rito e la pasticceria tentatrice; era l’occasione giusta perché gli Umani Urbani si mettessero mettersi in bella mostra anche nella “Gran Milan”.

Purtroppo dal giorno dopo tutto è cambiato a causa della pandemia e così il Cercatore, il Camaleonte, la Roccia di Matera, i Tre uomini e una cupola e le altre storie sono stati criogenizzati come Han Solo; con loro anche la mia esuberanza fotografica.

Ma fortunatamente quei giorni sono passati e tutti stanno cercando di tornare alla normalità, ognuno con il proprio ritmo. e così anche Umami, Cabaret e Barone Rosso hanno riaperto le porte per accogliere chiunque voglia godersi le loro specialità.

Da Gibo, Aldo e Moreno si può unire il gusto alla vista osservando “persone e luoghi straordinariamente normali” perché le mie foto sono ancora appese.

Gli Umani Urbani vi aspettano; se poi vi saranno così simpatici e vorrete riempire le pareti di casa o ufficio fatemelo sapere; anche loro hanno voglia di sgranchirsi un po’ dopo la criogenizzazione.

Alla prossima.

Umani Urbani @ Le Barche: buona la prima!

Buona la prima sta diventando quasi un motto per me: dopo le fotografie, che sono realizzate di solito con un solo scatto, questo modo di dire si associa bene al risultato della mia prima esposizione conclusa domenica scorsa al Centro Le Barche a Mestre.

E così, dopo tre settimane di esposizione, gli Umani Urbani sono tornati a casa con risultati inaspettati.

Il numero di visitatori; durante la mia permanenza – quasi tutti i giorni dell’esposizione, dalle 18.30 alla chiusura delle 20 – ho contato oltre un centinaio di persone che si sono fermate a guardare le foto, proprio come se fossero in una galleria d’arte e con comportamenti curiosi: alcuni, appena uscivano dalle scale mobili si fermavano subito a leggere la presentazione e poi guardavano le foto; altri invece camminavano distrattamente senza guardare fino alla terzultima foto, rallentavano fino all’ultima per poi tornare indietro e ripartire dall’inizio, ri-osservandole con maggiore attenzione.

I complimenti ricevuti, oltre che dalle persone che ho incontrato, anche da quelli che io chiamo fotografi “per davvero”. Aver sentito che “sono sulla street giusta” significa che devo proseguire sul mio modo di fotografare. Oltre alle immagini anche l’allestimento e le storie, che valorizzano le “opere” (lo scrivo tra virgolette perché mi sembra eccessivo ma gratifica…)

Due fotografie vendute, forse il risultato più sorprendente. La domanda che mi faccio per determinare quanto mi piace una fotografia è “la comprerei?” perché significa che mi ha colpito così tanto che se potessi la porterei a casa. Trovare due persone che hanno trovato così interessanti i miei scatti da volerli acquistare significa che hanno colpito anche loro.

Sono state tre settimane intense ma molto soddisfacenti. Devo ringraziare diverse persone per questo: Michele, che ha preparato e stampato benissimo le foto; Franco, che ha preparato le bellissime cornici in tempi brevissimi, gli amici che sono passati per “sostenermi” e soprattutto Sandra, che mi ha aiutato in tutto questo viaggio: nel comporre con Daniele la giuria che ha scelto le fotografie; durante l’allestimento e lo smontaggio, durante la presenza al centro con la sua compagnia e da sempre per il suo sostegno.

Se avete una parete vuota scrivetemi, vengo a riempirla con i miei Umani Urbani.

Alla prossima.

Calendario 2020 | Lavori in corso

Come già fatto l’anno scorso anche quest’anno ho voluto dare alle stampe un calendario. Il tema del calendario 2020 di Umani Urbani è Lavori in corso, che prende spunto da questa frase: 

Il lavoro nobilita l’uomo e lo rende libero

Charles Darwin

Mi ritengo fortunato ad avere un lavoro che mi permette di stare comodamente seduto alla scrivania di un ufficio, con sedia e temperatura regolabili; per questo motivo questa raccolta vuole essere un tributo a chi fa dei mestieri decisamente più pesanti del mio.

I ritratti dei protagonisti di queste tredici fotografie – il calendario comprende anche il mese di gennaio 2021 – nella maggioranza dei casi sono “manovali”, persone cioè che eseguono della attività manuali, senza l’ausilio di computer o smartphone, strumenti “da scrivania” dove troverebbe la sua ideale collocazione questo calendario.

Come ho già scritto nel post “ogni immagine racconta una storia” anche questi scatti esprimono degli stati d’animo particolare: la fatica del panettiere di Gerusalemme, l’alienazione dello spazzino di New York, la concentrazione del lavavetri di Tel Aviv, la tensione per i camerieri in attesa dell’arrivo degli ospiti per la cena del Redentore a Venezia, la disinvoltura dell’Oyster boy di Londra, l’attenzione del gondoliere che si stende sulla sua imbarcazione per evitare che si rovini passando sotto il ponte.

Non voglio raccontare altri particolari e vi lascio alla visione delle fotografie.

Per qualsiasi informazione su come ricevere una copia del calendario è sufficiente cliccare sul pulsante qui sotto.



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